domenica 13 gennaio 2008

Cucina e Filosofia: il caso giapponese




Ciao a tutti miei cari lettori, oggi vi offro in dono alcune righe sulla cucina giapponese. Da qualche tempo mi sono avvicinato alla cultura di questo grande popolo e alla sua cucina e ne sono rimasto veramente affascinato. Rimanendo nel tema di questo blog, vorrei condividere con voi alcune parti di un breve testo che ho letto (vi prego di non ridere) su di un menu di un ristorante giapponese di Milano, ristorante che vi recensirò a breve.

"...La ricerca della perfezione estetica è un dato ancora molto presente nella filosofia di vita giapponese: bellezza e il rigore formale fanno parte al tempo stesso della tradizione e del quotidiano, anche in cucina. La cucina giapponese rappresenta un'esperienza unica nel suo genere, che coinvolge profondamente a diversi livelli. Non solo il gusto, ma anche la nostra sensibilità estetica viene piacevolmente sollecitata dalla bellezza impeccabile nella presentazione dei cibi, dall'armonia dei colori nel piatto e nell'equilibrio degli accostamenti... ...Un piatto è buono anche perchè è bello a vedersi e bellezza vuol dire cura estrema dei particolari, scelta attenta di stoviglie e utensili, anche per quel che riguarda la loro disposizionee. Ogni pietanza prende forma nel suo piatto, ogni gesto è ripetuto all'infinito, perfezionato fino a rendere la preparazione del cibo simile ad un rito antico... ...Mangiare giapponese è in effetti simile ad una esperienza culturale, che mette in contatto con una concezione religiosa e filosofica, quella buddista, dalla quale questa cucina trae i suoi principi fondamentali. Al panteismo buddista sono riconducibili il forte legame con la natura e la ricerca continua dell'armonia... ...i sapori si devono armonizzare mantenendo ciascuno la propria essenza, senza confondersi."

Diego

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